Come il fisico avanza con l’età

Questo articolo � stato scritto dal Dottor Donato Virgilio medico, omeopata, fitoterapeuta. Pubblicato sul n. 1 di RO Reflessologia Oggi, nel Marzo 2014.

 

Invecchiando, il nostro organismo si espone a diverse modificazioni che interessano a tutti i reparti e gli apparati: fisiologicamente va incontro ad una riduzione della statura (per osteoporosi, cifosi ecc.), la cute diviene meno elastica, il grasso corporeo si riduce, i muscoli vanno incontro a ipotrofia, cadono i capelli, si riduce l’udito e la capacità visiva. I vasi sanguigni diventano più fragili, i capillari si riducono e si irrigidiscono le arterie.

La riduzione della portata cardiaca porta ad un aumento della pressione arteriosa con la comparsa di problemi di tachicardia, disturbi del ritmo cardiaco, ecc.. L’ipotrofia muscolare può interessare anche i muscoli respiratori portando ad una diminuzione della capacità vitale, una diminuzione di ossigeno nel sangue,e ad una diminuzione dell’eliminazione dell’escreato. In sede urogenitale i nefroni funzionanti possono ridursi con conseguente riduzione della funzione tubulare, diminuisce lo stimolo di urinare.

Negli uomini può subentrare una condizione di ipertrofia prostatica, nelle donne si può riscontrare una atrofia uterina e ovarica e incontinenza urinaria. I denti cadono, l’apparato digerente riduce la sua motilità e l’assorbimento intestinale cala con conseguente perdita di peso, disidratazione, diminuzione della massa epatica. Tutto insomma va incontro ad un processo di riduzione, di diminuzione di quelle che sono le normali attività fisiologiche del nostro organismo, portando la persona anziana ad essere molto più esposta all’aggressione da parte di patogeni, malattie, di modificazioni funzionali che potrebbero non essere compatibili con la vita. Anche da un punto di vista psicologico tutto cambia. Sostenuto anche dalla perdita delle cellule cerebrali, dalla diminuzione della conduzione nervosa, dall’aumento dei tempi di reazione, nei soggetti anziani cala la memoria e l’attenzione. I deficit fisici possono portare ad una modificazione dei rapporti con gli altri, portando tutto verso una condizione di difficoltà. Gli eventi della vita, come il pensionamento, il cambio di reddito, le amicizie che cominciano a venir a mancare, la perdita di una regolare attività sia fisica che lavorativa, la morte del compagno o della compagna, catapultano l’anziano in una situazione in cui deve “imparare” a riabituarsi alla nuova vita e spesso a fare cose che prima non aveva mai fatto come ad esempio il vedovo che deve occuparsi delle faccende domestiche.

L’insieme di tutti questi fattori può portare il paziente geriatrico ad una condizione di isolamento, di non autonomia, di limitazioni fisiche, di disagio che, al pari dei deficit fisici funzionali, lo conducono sempre più verso la morte, anche per motivi che di per se stessi sono di modesta entità.

Tenendo conto di tutta questa ottica, quando si decide di aiutare una persona anziana attraverso l’uso di medicine non convenzionali occorre non dimenticare che QUESTE NON DOVRANNO MAI ANDARE A SOSTITUIRE UNA TERAPIA ALLOPATICA CLASSICA. Le condizioni di salute di un paziente geriatrico possono essere talmente precarie che non si può aver la pretesa di pensare di riuscire a guarire un simile paziente. Tuttavia, ciò che si può fare è considerare le medicine non convenzionali come un aiuto in più. Da ormai diversi anni, a livello mondiale si sta portando avanti un progetto di medicina integrata, ovvero si sta supportando il trattamento allopatico classico con trattamenti complementari che sono in grado di migliorare il controllo della sintomatologia, anche di quella secondaria alle terapie quali nausea, vomito, astenia, dolore, danni cutanei ecc.

Ad un certo punto, la vita di una persona anziana si riduce a poche, minime attività, quelle indispensabili per vivere: mangiare, dormire, guardare la TV o leggere.

Questi modi di impiegare il tempo sono privi di valore sociale e talvolta perdono anche valore familiare. Quello che nel pensare comune è il “meritato riposo”, che dovrebbe spettare di diritto alle persone in età un po’ avanzata, in realtà è spesso una ipocrita bugia per liberarci dal senso di colpa che attanaglia la coscienza collettiva per l’espulsione coatta di un individuo dal campo lavorativo e da quello famigliare, ossia, più semplicemente dalla vita attiva. Eppure, è un comune pensiero che nessuno dovrebbe essere lasciato solo ad affrontare la vecchiaia ed i problemi che si porta dietro.

Quando la convivenza con i congiunti è armoniosa e il bisogno di affetto viene scambiato reciprocamente, la vita della persona anziana, seppur piena di acciacchi o patologie, assume una piega più felice, più facile da sopportare. Ma quando questa non è tanto armonica e l’isolamento affettivo e l’emarginazione prevalgono, la vita diviene triste, spenta e stancante.

Quando non ci sono patologie che limitano il quotidiano vivere di ognuno, il “meritato riposo” si trasforma in un tempo vuoto, privo di qualsiasi opportunità e pieno solamente di ansia, depressione, ricordi e tanta solitudine. La solitudine fa perdere il senso alle giornate e getta la persona anziana, più sensibile agli stress, in una condizione di maggiore vulnerabilità, la espone ad una maggiore incidenza di malattie. la conduce più facilmente ad una morte prematura e inaspettata. La società e la famiglia non sempre sono capaci di dare una risposta concreta alle reali necessità di un individuo anziano. Nemmeno la medicina può risolvere questo tipo di problema perchè la solitudine che risalta le patologie e induce l’insorgenza di altre, non è una vera e propria malattia…ma una condizione ed un sentimento umano!

L’uso delle CAM ( Complementary and Alternative Medicine) è utilizzato anche per innalzare le capacità di superamento della malattia tramite la considerazione della persona nella sua interezza.