Benefici reflessologici per la bronchite asmatica

Questo articolo è stato scritto da Biagio Franco Reflessologo ed esperto in fisiognomica del piede. Pubblicato su RO Reflessologia Oggi, trimestrale di cultura e benessere,  n.1 di marzo 2011.

 

Alla fine di febbraio 2008 mi arriva una telefonata: ” Mi chiamo XY. Il mio medico curante mi ha diagnosticato una bronchite asmatica. Un’amica mi ha dato il suo nominativo. Lei può aiutarmi?” Ho risposto: “Venga e vediamo cosa posso fare”.

Indipendentemente da quanto mi riferisce il cliente, per me la prima seduta è una sorta di check-up, che mi consente una lettura completa del piede, sia dal punto di vista reflessologico, che dal punto di vista fisiognomico, tecnica che ho personalmente affinato.

Tutti noi reflessologi sappiamo che il piede è una miniera di informazioni. Ci fornisce molte indicazioni su quello di cui soffre o ha sofferto la persona in esame, a livello fisico e a livello emozionale. Per noi reflessologi, i traumi fisici ed emozionali subiti nel corso della vita vengono puntualmente riportati nel piede.

In questo caso specifico noto un gonfiore e un arrossamento nella zona riflessa del naso e un arrossamento nella zona riflessa della gola; la zona dei polmoni è di colore bianco, e non rosa, come dovrebbe essere, con la parte superiore addirittura di colore violaceo; la zona dell’intestino è ipertonica e rossa. Riscontro anche cheratosi e una ruga sulla zona riflessa dell’albero bronchiale. Questo è l’esito dell’indagine visiva.

Ho proceduto poi all’indagine tattile, riscontrando dolore nelle zone riflesse del naso, della gola, dell’albero bronchiale, dei polmoni e del diaframma; sono pure dolenti i punti riflessi dei nervi ipogloso e glossofaringeo e anche l’area della circolazione linfatica superiore.

XY, ha 52 anni e 2 figli, mi fa presente che soffre di bronchiti recidivanti da circa sei anni e nell’ultimo anno sono comparse alcune crisi d’asma, con i sintomi caratteristici di dispnea e fame d’aria. La terapia farmacologica è a base di antistaminici.

Sulla base dei miei riscontri, integrati da quanto riferito da XY, alla seconda seduta ho impostato il percorso reflessologico, stabilito in sedute bisettimanali.

Ho proceduto alla stimolazione delle zone riflesse dell’apparato respiratorio, insistendo particolarmente sulle aree delle alte vie respiratorie direttamente interessate al problema; per rilassare la membrana muscolo-tendinea del diaframma e la muscolatura liscia delle pareti bronchiali, ho trattato inoltre le zone riflesse del plesso solare, del nervo vago, del nervo frenico e del diaframma.

Nel trattamento ho inserito la zona riflessa della testa in toto, dei nervi ipoglosso e glossofaringeo, risultati dolenti all’indagine tattile; ho inserito inoltre il rachide cervicale, il cingolo scapolo-omerale, le coste, lo sterno, i muscoli intercostali, dorsali e addominali, in quanto tutti coinvolti, almeno in parte, nella problematica in questione.

A mio avviso, è stato comunque importante un approccio più ampio alla problematica in questione, stimolando la circolazione linfatica per l’eliminazione delle tossine; ma ritengo altrettanto importante stimolare le zone riflesse del sistema immunitario, produttore dei sistemi di difesa contro lo stato infiammatorio.

Ritengo anche necessario inserire, in qualsiasi trattamento, e quindi anche in questo, la stimolazione delle zone riflesse dell’apparato digerente, in modo che la sua funzionalità sia sempre ottimale, al fine di favorire la corretta assimilazione dei principi nutritivi.

A seguito dei trattamenti reflessologici, XY ha riferito un significativo miglioramento del suo stato fisico, con l’abbandono della terapia farmacologica e la progressiva scomparsa della tosse e della difficoltà respiratoria.

Dopo quindici sedute bisettimanali, XY non accusava più alcun attacco di tosse, non aveva più episodi di dispnea e a suo dire “mi pare di stare in paradiso”.

Ogni anno, all’inizio dell’inverno, XY torna da me per sottoporsi a una decina di trattamenti reflessologici a scopo preventivo.