Celiachia: ipersensibilità al glutine

Il seguente articolo compare nel n.2 di RO REFLESSOLOGIA OGGI, trimestrale di cultura e tecniche del benessere, scritto dalla Dottoressa Anna Maria Storti Medico Chirurgo.

L’informazione è lo strumento primario per convivere adeguatamente con questa particolare intolleranza.

Identificata per la prima volta oltre un secolo fa, la celiachia è stata messa in correlazione con il glutine solo dopo la seconda Guerra Mondiale.

La celiachia o morbo celiaco.
Detta anche “sprue celiaca” o enteropatia da glutine o sprue non tropicale, è caratterizzata dalla cattiva assimilazione delle sostanze nutritive e da una struttura abnorme dell’intestino tenue che torna ad essere nirmale una volta che si esclude dall’alimentazione il glutine ed in particolare alcune delle sue componenti come la gliadina o le prolemine. Il glutine e la gladina s trovano principalmente nel frumento, nell’avena, nell’orzo, nella segale, nel farro e nel kamut(varietà antiche di frumento).

Segni e sintomi.
I sintomi appaiono più comunemente nei primi tre anni di vita, dopo l’introduzione dei cereali nella dieta. Un secondo secondo picco di incidenza compare nel corso della terza decade. I sintomi più diffusi sono: diarrea o feci-sciolte, spesso con gocce di grasso, indice di malassorbimento, perdita di peso, rallentamento della crescita, crampi, debolezza muscolare, formicolii, alterazioni cutanee, afte, anemia da carenza di assorbimento di ferro. La comparsa di uno o più di questi sintomi associati dovrebbe suggerire di sottoporsi a test e screening specifici e, nel caso di positività agli anticorpi, ad approfondire l’indagine con biopsia intestinale.

Cause.
Oltre alla sensibilizzazione al glutine che determina anticorpi diretti contro la mucosa dell’intestino tenue, si ritiene che l’introduzione precoce del latte vaccino nell’alimentazione, sia uno dei fattori scatenanti del morbo celiaco.
La ricerca ha dimostrato (23/11/2005 Archives of Diseases of Childhood), che l’allattamento al seno e una somministrazione ritardata di latte vaccino e cereali nell’età dello svezzamento siano le prime azioni preventive che riducono il rischio di sviluppare la malattia. Infati a quest’età, l’immunità della mucosa intestinale potrebbe favorire l’ingresso di proteine, o frazioni di esse, presenti nel latte e cereali, che possono generare anticorpi contro la mucosa stessa. La celiachia sembra avere anche una causa genetica, con la frequenza di individui geneticamente predisposti alla malattia, molto più alta nell’Europa centrale e del Nord e nell’India nord-occidentale. La coltivazione di frumento in queste zone ha avuto uno sviluppo più recente.

 Cos’è il glutine?
E’ una proteina presente in vari cereali, in particolare nel frumento, e quindi nella maggior parte dei prodotti da forno, nella pasta e nel pane. E’ per questo che la sua presenza quotidiana sulle tavole può rendere non semplice la sua eliminazione dalla dieta.
Infatti, fino a qualche anno fa, il celiaco era costretto a rinunciare a questi alimenti. Oggi invece sono molte le aziende e i ristoranti che offrono cibi “gluten free”, cioè privi di glutine, (pane, pasta, fette biscottate, biscotti, birra, omogeneizzati ecc…) adatti ai celiaci consentendo loro na vita migliore e meno problematica rispetto al passato.

La celiachia in cifre.
Secondo i dati dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), in Italia la celiachia colpisce una persona su cento.
Ogni anno vengono effettuate cinquemila nuove diagnosi e si stima che nascano 2800 nuovi celiaci, con un incremento di circa il 10%. Tuttavia, la reale diffusione della malattia non è ancora ben individuata.
I nuovi metodi di ricerca messi a punto, nei prossimi anni, consentiranno di migliorare la diagnosi con un probabile aumento della popolazione coinvolta.

Nuove abitudini alimentari.
La celiachia è la conseguenza di un’anomalia permanente del sistema immunitario.
Il celiaco che, non va considerato un malato, deve solo acquisire una nuova mentalità che gli consenta di convivere senza soffrire di disagi con la propria condizione. Anzi, chi soffre di celiachia, modificando le proprie abitudini alimentari ed il proprio stile di vita, diviene più consapevole dell’importanza di essere medico di sè stesso, e questo anche grazie al supporto ed aiuto di associazioni come AIC, che aiutano ad affrontare positivamente questa condizione.
Inoltre, a disposizione del celiaco esiste una gamma sempre più vasta di prodotti specificià ”gluten free”, che possono essere anche biologici, e che gli consentono di variare la scelta del cibo, a seconda dei gusti e preferenze.
Egli è inevitabilmente stimolato ad acquisire un bagaglio di dati ed informazioni che lo rendono sempre più consapevole e critico nello scegliere l’alimento più sano e gradevole.
Ecco come una svantaggio, un dover accettare delle restrizioni dietetiche, sviluppa una maggior sensibilità e comprensione dell’importanza di nutrirsi con attenzione.

Informazione: strumento fondamentale.
Grazie ad essa il celiaco può affrontare e gestire al meglio il suo stato di salute.
AIC, l’Associazione Italiana Celiaci è impegnata da oltre 30 anni nell’assistere i celiaci attraverso molteplici attività di informazione e formazione in collaborazione col Ministero delle Salute e il Servizio Sanitario Nazionale.
L’AIC promuove iniziative di sensibilizzazione delle Istituzioni politiche, amministrative e sanitarie, la realizzazione di un Prontuario di prodotti per celiaci, certificato dal Ministero della Salute.
L’AIC ha avviato il progetto di marchi (Spiga Barrata) apposto su concessione, a tutti i prodotti che hanno superato i controlli e verifiche per assicurarne uno standard di qualità previste dall’Associazione. AIC ha avviato un importante progetto “Alimentazione Fuori Casa”, rivoltio ai ristoratori disposti ad offrire un servizio adeguato alle necessità dei portatori di morbo celiaco.
www.celiachia.it

Ipersensibilità al glutine
Il glutine è una sostanza molto utilizzata, direi esageratamente, nell’industria alimentare.
Il consumo di prodotti sempre più raffinati, sbiancati, lavorati e manipolati industrialmente che forniscono principalmente calorie e anche copiose, ma morte cioè ”vuote” di principi nutrizionali e quindi alimenti sbilanciati, possono creare problemi anche a chi non è celiaco.
In questi casi si può parlare di “ipersensibilità” al glutine o Gluten Sensitivity (GS), condizione in cui gonfiori addominali, diarrea (feci-molli) e/o alternanza di stipsi e diarrea, disturbi intestinali, non si associano a positività dei test per la celiachia.
Recenti studi indicano sempre di più che il glutine è una proteina tossica per tutti, vale a dire che il consumo eccessivo e per lungo tempo di cereali può determinare l’instaurarsi di un’intolleranza verso questa proteina o frazione di essa, specie se nella storia clinica ci sono abusi di farmaci (antibiotici), che hanno alterato la fisiologia intestinale e del Sistema Immunitario.
La celiachia è geneticamente determinata, ma oggi sappiamo che i geni non sono tutto, cioè le informazioni in essi contenute (genotipo) si manifestano nell’organismo (fenotipo) solo in base alle condizioni di un complesso sistema di regolazione, a sua volta condizionato da molti altri elementi: per esempio, un bimbo geneticamente predisposto alla celiachia potrebbe non manifestare i sintomi se allattato al seno, o alimentato con latte adatto, o non precocemente svezzato, o possibilmente trattato con antibiotici.

Stile di vita, esposizione alla luce solare, movimento fisico, stare all’aperto in aria non inquinata, assunzione di alimenti naturali biologici, preferibilmente crudi, integrali, privi di Ogm, privi di pesticidi e conservanti, ricchi di antiossidanti (frutta e verdura),…e parallelamente i pensieri positivi, coltivare buone abitudini…tutto ciò ci preserva dallo stress e dalla malattia mantenendo in efficienza il sistema di regolazione.